Facciamo che cucite da un po’ e avete fatto un minimo di pratica sui cartamodelli delle riviste. Conoscete vagamente le basi della confezione: l’ordine in cui vanno cuciti i pezzi, come mettere una tasca o una cerniera. Siete insomma arrivate a quel livello medio-scrauso dove ci troviamo in tante. A questo punto è l’ora di tentare il salto di qualità. Avete mai pensato di fare da sole i vostri cartamodelli?
Se non ci pensate neanche perchè siete convinte che sia enormemente difficile, non mi sento di darvi del tutto torto questa volta. Ma come per ogni cosa esistono vari gradi di apprendimento e comprendere i rudimenti del pattern making (o della modellistica) non è un’impresa soverchiante per un intelletto di medio calibro.
In questo post intendo adempiere alla mia vocazione nerd e vi faccio uno spiegone a prova di cercopiteco. Se vi viene la curiosità di saperne di più in fondo a questo post vi metto alcuni link a delle risorse interessanti ma adesso seguitemi.
Le basi proprio
Fatta eccezione per i modelli creati direttamente sul manichino con una tecnica chiamata Moulage che è la versione adulta del creare i vestiti alle Barbie con i fazzoletti, la stragrande maggioranza dei cartamodelli viene costruita lavorando e modificando le cosiddette basi.
Le basi non sono altro che lo sviluppo su una superficie piana delle forme del corpo, delle proporzioni e delle pinces sulla base delle misure della persona oppure delle misure standard raccolte in apposite tabelle.
Le basi da cui nasce praticamente di tutto, dalla tuta da lavoro all’abito da sera, dal costume da bagno alla gonnellina a pieghe sono sostanzialmente quattro:
- il busto,
- la gonna
- le maniche
- il pantalone,
Più eventuali orpelli quali
- colletti
- volant
- tasche
- cappucci
- elementi decorativi vari
I metodi per disegnare le basi per i cartamodelli
I metodi per disegnare le basi sono centinaia. Ogni scuola di cucito, ogni libro ha il suo e tutti sostengono di permettere di ottenere cartamodelli precisi e vestibilità perfetta su tutte le taglie. Salvo poi scrivere, un paragrafo dopo, che comunque è auspicabile fare una prova su stoffa per poi togliere i difetti addosso alla persona. Questo non è un limite del metodo (non di tutti, almeno) ma un’esigenza legata alla variabilità delle forme e delle proporzioni dei corpi delle persone che, per fortuna, non sono dei manichini tutti uguali.
Ad ogni modo questa miriade di metodologie per il disegno dei cartamodelli si può suddividere sostanzialmente i due grandi gruppi, Nel primo gruppo troviamo tutti i metodi “geometrici” che sulla base di misure prese direttamente sulla persona o sulla base di tabelle standardizzate, dettano una serie di istruzioni da seguire. Generalmente si parte da dei grandi rettangoli costruiti sulla base delle misure principali della persona (lunghezza del pantalone, circonferenza del torace o dei fianchi..) per poi mano mano aggiungere gli elementi che danno la forma dell’indumento (la sporgenza del cavallo, la curva del giromanica, le pince che stringono in vita una gonna).
Le istruzioni fanno tornare con la mente alla geometria del liceo (tracciare una linea perpendicolare a yx in corrispondenza di A, B e C…) e possono essere più o meno “friendly”. Esistono anche dei metodi che non hanno istruzioni verbali ma visuali, basati su disegni e simboli grafici e tipo istruzioni dell’Ikea. La scelta è puramente personale.
L’altro grande gruppo di metodi per disegnare le basi per fare i cartamodelli si avvalgono dell’ausilio di strumenti, di squadre e dime che “automatizzano” il disegno delle parti del cartamodello.
Mentre i metodi geometrici si trovano un po’ dappertutto, principalmente su libri o sul web, a volte, facendo magari un po’ di collage tra informazioni diverse, anche gratuitamente o al prezzo di copertina di un libro illustrato, i metodi che necessitano di un kit si devono obbligatoriamente acquistare in blocco ed hanno un costo che fuoriesce da budget “mortodifame” del quale io dispongo.
Naturalmente vi posso dire che metodi uso io, scelti tra quelli che mi sono passati tra le mani negli anni, ma non avendoli provati tutti non posso darvi una disamina completa per permettervi di scegliere.
Fare i cartamodelli partendo dalle basi
Una volta che, in un modo o nell’altro, avete disegnato le vostre basi inizia il bello del lavoro di modellistica. Perchè con le basi ci fate al massimo un tubino accollato o un pantalone senza tasche. Per creare la blusa che vi piace o il vestitino che vi sta bene bisogna mettere mano alle basi e lavorarle un po’. Da qui in poi ci sono sia la gonna a pieghe che mi sono fatta con la stoffa dell’Ikea qualche anno fa, sia tutta la produzione di Versace. Non ho intenzione di affrontare la cosa nel dettaglio in un post ma, come vi ho detto all’inizio, darvi un’idea di che cosa si tratta per capire se fa per voi. Quindi come si lavorano le basi?
- Si modificano le linee: si ridisegna lo scollo, si allunga sotto la vita si alza sopra il ginocchio.
- Si sposta la pence che modella il seno, la si trasforma in pieghe o arricciature.
- Oppure si aggiungono dei tagli che saranno poi delle cuciture nel modello, con una funzione pratica, (come incorporare le pinces) o puramente decorativa, o entrambe.
- Si aggiungono volumi, allargando una gonna o arricciando la sommità della manica.
Il limite è la fantasia e marginalmente la fisica. Infatti ci sono degli elementi delle basi che non si possono eliminare per non perdere la vestibilità generale di un modello e trovarsi con uno straccetto che non svolge più la funzione di indumento. Il necessario discernimento si acquisisce tramite lo studio teorico oppure la sperimentazione galileiana: se quando starnutite vi ritrovate mezze nude avete esagerato con le modifiche.
Siamo alla fine, entro questa vita, e se riesco a capire come fare modellini e disegnini senza coprirmi di ridicolo, vorrei parlarvi ad una ad una delle basi principali, facendovi vedere un metodo di costruzione e qualche modifica semplice semplice.
Però ora vi metto le fonti che vi avevo promesso.
Iniziamo con la pluriupremiata Gilewska e il suo Progettare i cartamodelli: le basi dove trovate busto, maniche, gonne ,colli e tasche. I pantaloni sono in un altro volume. Il metodo per la costruzione delle basi è tra i più semplici da seguire tra quelli che ho testato e le trasformazioni non sono tutte così potabili ma la scelta è adeguata.
Poi c’è il completissimo Tecnica dei modelli donna-uomo vol 1 e 2. Dove trovate veramente tantissime basi anche per intimo e mare, l’uomo e tantissime informazioni di modellistica avanzate ma comunque comprensibili e chiare. Qui c’è la scienza.
Se volete cimentarvi nel disegno dei cartamodelli senza investire troppo potete provare anche il libro di Loretta Bontempi CARTAMODELLI: Costruzione e confezione dei capi base che trovate anche in versione E-book da acquistare ad un prezzo molto conveniente oppure da leggere gratuitamente se siete iscritte ad Amazon Prime Reading che è compreso nell’abbonamento Amazon Prime. Ci tutte le sono le basi, molti cartamodelli e informazioni di confezione. Molto tecnico, io ve lo dico.
Infine vi segnalo una chicca, un metodo sudamericano, penso gratuito: Il Manuale de Patronaje Basico. Ha l’aria di essere la dispensa di un corso di formazione ma è semplicemente geniale. Contiene tutte le basi (con una inspiegabile carenza riguardo la pince del busto, e un paio di errori nella formula) sono spiegate per mezzo di istruzioni grafiche, le parole sono ridotte al minimo. C’è meno ma c’è quello che serve per creare gli abiti di uso quotidiano. Non riesco a capire chi l’abbia inventato ma sento di volergli bene come ad un parente. Lo potete scaricare al link qui sotto.
Aspetti nei commenti le vostre fonti preferite per il disegno dei cartamodelli. Fatemi anche sapere se ne avete avuto abbastanza o se vi piacerebbe che andassi un po’ più nello specifico. Sew you soon.
Aggiornamento
Se questo articolo non ti ha fatto passare del tutto la voglia di crearti i tuoi cartamodelli ti suggerisco alcuni progetti semplici con cui cominciare.
In questo post ti spiego come disegnare il cartamodello dei leggings da donna e da bambina (c’è una piccola modifica nel calcolo del cavallo, niente di insormontabile). Prova che sono semplicissimi.
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Ciao
Siamo sulla stessa lunghezza d’onda, anche se tu sei più avanti nel percorso. Cucio da un po’, sto diventando bravina, ma a breve, in casa, o resto io e famiglia oppure le riviste di cartamodelli (shopping compulsivo???). Questa quarantena mi ha spronato a riconsiderare l’idea di imparare a far cartamodelli, che mi frulla in testa da un po’. I primi due libri che hai consigliato li ho già, ma non mi son mai buttata, causa pigrizia o timore di perdere tempo e non venire a capo di niente.
Ho sempre la remora del “la modellistica è difficile da autodidatta, ci vuole qualcuno che te la spieghi!”, che non è del tutto falso. Almeno le basi però potrei provarle!
Tutto si può imparare da autodidatta e spero di poterlo dimostrare. Penso che comincerò dalla gonna, poi il busto e infine il pantalone..
Mi consigli qualche libro per disegnare cartamodelli?
Non so se mai mi cimenterò ma, grazie per la generosità e la precisione delle spiegazioni.
Ciao ,
Non so come ti ho trovata ma mi sei piaciuta da matti.
Mi sono iscritta ad un corso professionale di sartoria e modellistica,stiamo usando le squadre che mi aiutano a capire come so o girata.e no,non è una battuta,capire altezza e cimosa è già un’impresa.vorrei però affiancare il metodo antropometrixo,ovvero lavorare sull’uomo di vetruvio dividendo per 8 etc..però una domanda:se sul femminile a livello antropometrico si trova il mondo,l’uomo che fine ha fatto?hai notizie di un libro ottimo che spieghi il cartamodelli senza le squadre?
Voglio imparare entrambi i metodi per mantenere viva la mia curiosità e per fare lavorare il cervello.
Un abbraccio
Chiara
La tecnica dei modelli tutta la vita (link) e complimenti a te per l’intraprendenza e la curiosità!