Più volte ho sentito dire sarte, sartine e cucitrici più o meno attempate che il jersey, o meglio la maglina, con la macchina da cucire di casa, non si può cucire. Gnosi perentoria, assolutamente priva di spazio per la discussione. Non si può. E del resto se una dovesse approcciare alla maglina, misto viscosa, con elastan o lycra o altre diavolerie moderne, con lo stesso equipaggiamento e disposizione mentale con cui orla una tovaglia di lino difficilmente potrebbe uscire qualcosa di concreto oltre alle più turpi imprecazioni.
Ma se vogliamo cocciutamente persistere nell’impresa, non fosse altro perché ci rifiutiamo di vestirci di calicò e amiamo quei tessuti morbidi, che si adattano alla figura senza tirare, che si asciugano e velocemente e che a volte (o anche sempre) non serve stirare, occorre rivedere le nostre convinzioni, o almeno cambiare l’ago e il piedino. Ma questo poi lo vediamo.
Primo pilastro: L’ago da jersey
Essenziale per cucire il jersey senza fare danni, e cioè bucarlo, è usare l’ago apposito. Avete capito bene, l’ago della macchina da cucire si cambia non solo quando si spezza in due. In realtà si dovrebbe cambiare anche quando si spunta e quando ha già lavorato abbastanza (da qualche parte ho letto 8 ore). Oltretutto la maggior parte degli inconvenienti di cucito quali punti saltati, inspiegabili grovigli di filo, rumori sinistri e incastramenti vari si risolvono magicamente con un ago nuovo. Fate scorta e rassegnatevi a cambiarli abbastanza spesso, specialmente quando cambiate lavoro. Infatti per ogni tipo di tessuto e lavorazione esiste una ago “giusto” che garantisce di per sé una buona percentuale di riuscita. C’è l’ago standard, o universale che poi è quello che avete montato sulla vostra macchina da cucire, c’è l’ago da jeans che è tipo una lancia indigena grossa e acuminata, poi c’è l’ago da ricamo che in qualche modo fa sì che il filo delicato e sottile non si spezzi in continuazione, e c’è l’ago da jersey di cui stiamo parlando (ce ne sono anche altri ma non dilunghiamoci).
L’ago da jersey o da tessuti elastici è detto in inglese ball-point needle, infatti ha la punta arrotondata che gli permette di intrufolarsi spostando le fibre senza romperle. Se non lo usate il rischio è che sul capo si formino tanti micro buchetti in corrispondenza della cucitura che se tirati (e dipende da dove sta la cucitura in questione, ma di solito vengono tirati) si trasformano in buchi non così microscopici.
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Secondo pilastro: Il punto elastico
Ora che abbiamo fatto in modo che il tessuto non si buchi dobbiamo fare in modo che il filo non si spezzi. Perché se il tessuto è elastico e il filo è rigido e tirate (e fidatevi che prima o poi tirate) il filo si spezza e la cucitura si apre. E se la cucitura si apre nei punti dove di solito è in tensione si producono aneddoti divertenti per gli anni a venire. Prima che vi venga l’irrefrenabile voglia di piantar lì tutto sappiate che per questo problema c’è una soluzione molto semplice che si chiama zig zag. Ma procediamo con un minimo di ordine
Punto dritto
Il punto dritto non lo dovete abolire per forza: lo potete (e dovete) usare per attaccare tasche cerniere ed altri elementi che devono stare li fissi e per chiudere ad anello un polsino o un elastico. Serve anche per cucire con l’ago doppio. Poi basta.
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Per attaccare insieme le parti del modello ci sono delle alternative. Innanzitutto se avete la tagliacuci chiudete immediatamente questo post e andate a vedere la sezione che raccoglie i post sulla tagliacuci e sulle sue meraviglie. Questo articolo non fa per voi che siete Super Sayan di secondo livello. Se invece non avete ancora fatto l’upgrade vi potete accontentare della dissertazione che segue.
Punto Zig Zag
Per cucire il jersey c’è bisogno di un punto elastico: quale punto dipende dall’equipaggiamento della vostra macchina da cucire. Quello più semplice, che hanno tutte le macchine, anche le più essenziali è ovviamente lo zig zag. Aumentate la lunghezza e diminuite l’ampiezza. E’ sufficiente per rendere la cucitura elastica senza che dall’esterno i punti siano troppo distanti e visibile.
Inoltre lo zig zag (e soprattutto lo zig zag triplo) è molto bello anche come punto decorativo, per le impunture (le cuciture ”sopra, “che si vedono”), per fissare gli elastici e anche per fare un orlo in alternativa all’ago doppio di cui vi parlo alla fine.
Punto elastico
Se la vostra macchina da cucire lo prevede potete usare anche il punto elastico che consiste in due punti avanti e uno indietro. A dispetto del nome non è elastico per niente ma è molto solido e non si spezza. Molto bello esteticamente anche per le impunture e per quelle parti (tasche, cerniere ecc) in alternativa al punto dritto.
Punto saetta
Un punto elastico che è elastico veramente è il punto saetta, uno zig zag stretto, che “torna indietro”. Se la vostra macchina ce l’ha usatelo come se non ci fosse un domani.
Punto Overlock
Ma il principe, in non plus ultra dei punti per il jersey è il punto overlock, o sopraggitto che è composto da una combinazione di punti elastici e di zig zag che unisce e rifinisce insieme. E’ un punto che assomiglia moltissimo alla cucitura fatta con la tagliacuci ed è molto bello anche sull’interno. Richiede poche millimetri di margine di cucitura ed è molto meglio se la stoffa è tagliata in modo preciso e regolare, senno si intoppa. Io che con le forbici esibisco la manualità di un bambino della scuola primaria uso il cutter rotativo e vivissimamente ve lo consiglio. Il punto Overlock è già di per sé molto performante ma il risultato è celestiale se utilizzate per farlo il piedino apposito. Ve ne parlo un poco più avanti.
Terzo pilastro: la mano.
O il manico come dicono in certe regioni d’Italia. Ve l’ho detto più volte: io non sono dotata di grande manualità (non sono capace di colorare nei margini, per dire) e faccio uso di tutti gli ausili disponibili sul mercato, tuttavia sono conscia che puoi avere l’attrezzatura più figa dell’universo ma se non disponi di un minimo di coordinazione occhio-mano ti esce uno scempio comunque. Se non sei portata naturalmente, ci arrivi (come me) con la pratica e molta auto-indulgenza.
Questo per dire che il jersey, occorre ammetterlo, nella macchina da cucire scorre male e a te viene, ovviamente, l’impulso di tirare. Il punto è che tu non devi assolutamente tirare! Perché la cucitura si slabbra, si riempie di ondine e ottieni il famigerato effetto lattuga (quello dell’orlo a bambola, ma tu non volevi farlo l’orlo a bambola). Poi se tiri due pezzi tagliati uno in diritto e uno in sbieco (tipo per attaccare la manica al corpino) rischi pure di trovarti con la maglia tutta sghemba. E quindi, devi fare un lavoro su te stessa per impedirti di tirare. Se davvero il tessuto scorre poco (perchè magari lui scorre e sei tu ad avere aspettative irrealistiche) puoi aiutarlo spingendolo delicatamente con un ditino nei pressi del piedino, se non scorre per niente ti possono aiutare i piedini speciali di cui ti parlerò dopo.
Comunque se nonostante sforzi e buone intenzioni restano delle ondine un salvifico colpo di ferro può risolvere del tutto le pieghe più leggere.
Altra cosa che può succedere con il jersey più sottile è che la macchina da cucire si mangi la stoffa all’inizio della cucitura. Voi cucite a vuoto e e i tessuto di inabissa nel forellino della placca coperto da mille strati di filo. E quindi dovere smontare la spoletta (senza piangere), tagliare il groviglio e nove volte su 10 vi trovate un buco. Dite di no! E quindi occhio all’ago che deve essere nuovo e appuntito e ricordatevi di cominciare la cucitura (magari tre millimetri dopo il bordo, per prudenza) tendendo leggermente i fili con la mano sinistra dietro la macchina da cucire, fatti i primi punti potete stare relativamente tranquille.
Quarto pilastro: i piedini
I piedini sono la salvezza di tutte quelle con grandi ambizioni ma scarsi mezzi. Io per i piedini mi emoziono e mi commuovo. I piedini potenziano anche le macchine da cucire più basic e risolvono (o minimizzano) i maggiori problemi nel cucito.
I piedini per cucire il jersey sono essenzialmente quattro: il piedino overlock che vi accennavo prima (che dovete avere), il piedino doppio trasporto (che sarebbe meglio avere) e il piedino per maglia (che potete avere) e il piedino taglia cuci (che potete serenamente non avere). Ho fatto una specie di esperimento sui piedini (avevo un sacco di tempo libero una volta. Lo trovate qui.
Piedino overlock
Il piedino overlock si usa con il punto omonimo. Ha un barretta centrale che permette di caricare il filo così il bordo non si arrotola e una guida laterale su cui allineare la stoffa per cucire alla giusta distanza dal margine. Ve l’ho detto: dovete averlo.
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Piedino doppio trasporto
Un altro elemento essenziale è il piedino doppio trasporto. Questo piedino meccanico sfrutta il movimento dell’ago per azionare delle griffe superiori che raddoppiano il trasporto della macchina da cucire. Con questo piedino scorre tutto (ma proprio tutto) e voi non avete scuse.
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Piedino da maglia
Un piedino meccanico, ma più semplice è il piedino da maglia. Anche questo piedino, meno conosciuto, si può usare per cucire il jersey specialmente per ridurre l’effetto lattuga negli orli. Ha un meccanismo che blocca la stoffa quando l’ago si abbassa e la libera permettendole di scorrere bene tra un punto e l’altro.
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Piedino taglia-cuci
Il piedino taglia-cuci non compratelo. Non fa nulla se non regolare il margine di cucitura e spesso neanche quello. Imparate a tagliare bene oppure dotatevi di cutter rotativo e tappetino che è meglio.
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Quinto pilastro: orlo con l’ago doppio
Con il jersey non si può fare l’orlo arrotolato normale. Viene un salsicciotto rigido e informe, più largo del dovuto e pesante. Il jersey si rifinisce con un bordino attaccato in doppio tenendolo leggermente teso dove serve un rifinitura tonda (scollo, scalfo) oppure con un orlo elastico fatto con l’ago doppio (o ago gemello). In alternativa potete lasciare il margine tagliato a vivo: di solito il jersey non sfilaccia e alcune lavorazioni non si arrotolano: deve andare anche parecchio di moda perchè ho visto molti abiti e moltissime giacche rifiniti in questo modo. Come il punto Overlock sostituisce dignitosamente la macchina tagliacuci, l’orlo con l’ago doppio riproduce, almeno sul diritto (che poi è dove serve) l’effetto della macchina con punto di copertura.
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L’orlo con l’ago doppio non è affatto difficile: si infilano due fili superiori insieme e si fanno passare separatamente nelle crune dell’ago doppio, che si monta come un normalissimo ago. Il filo inferiore resta singolo. Si cuce con una punto dritto allungato (3 o 4). Si ottengono sul dritto due cuciture parallele e sul rovescio uno zig zag, la cucitura è molto bella esteticamente e soprattutto molto elastica. Dato che si deve necessariamente cucire dal lato dritto e quindi alla cieca, si corre il rischio di non comprendere il margine dell’orlo e di cucire a vuoto solo sullo strato superiore. Per evitare questa cosa fastidiosa conviene stirare o spillare prima l’orlo; poi prendere la misura sul rovescio del lavoro posizionandosi in modo che l’ago di sinistra sia proprio in corrispondenza del margine e posizionare un segno (magnete, striscia di scotch) alla distanza della piega dell’orlo da usare come guida. Poi girate e lanciatevi. Ricordatevi di fissarla molto bene all’inizio e alla fine perché essendo una cucitura piuttosto lenta tende a scucire.
Io avrei finito, e per fortuna vostra perchè l’ho fatta veramente lunghissima.
Se avete ancora voglia di leggere potete approfondire i vari argomenti in questi post:
M I T I C A !!
Ciao mi chiamo Elvira. Sto imparando tantissimo con i tuoi consigli e mi piace come ti respiro schietta e precisa. Complimenti
Benvenuta e grazie per questo bellissimo feed back!