Qual’è il segreto per cucirsi vestiti da sole quando non si sa nemmeno attaccare un bottone? Non si dà alcuna importanza al fatto di non saper nemmeno nemmeno un bottone. Il tutorial per un abito a pieghe che sfida le regole del cucito ( e della gravità).
Avete presente la storiella del calabrone?
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso.
(Peraltro non è vero, ma è il concetto che ci sta dietro che conta.)
Che poi è come dire:
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.
(Albert Eistein)
Nota: in questo blog si cita senza alcun imbarazzo Cunfucio e Kung Fu Panda, vedete di abituarvici.
Noi cucitrici alternative ci facciamo i vestiti spavalde e noncuranti mentre qualsiasi sarta di paese, se ci vedesse, si metterebbe le mani tra i capelli gemendo sconsolata che “Non si fa cosiiiiii!!!…”
Per fortuna ho incrociato nel mio percorso di ricerca sul web alcune anime geniali che cucivano “come se” (senza cartamodelli, senza imbastiture tirando su gli orli così, crudi.. un centimetro di margine e via..) e mi sono innamorata.
L’abito di Annika Viktoria
La mia preferita è lei, si chiama Annika Victoria e vi invito a guardare questo video, e un po’ tutto il suo canale YouTube. Parla inglese ma con una pronuncia più che accessibile e poi mostra tutto quello che fa. Quindi no excuse.
Quello che ho amato di più in questo tutorial è il modo assolutamente immediato con cui disegna il cartamodello del corpino con le pinches (lei le chiama darts): aggiunge un po di ampiezza in vita, si appoggia il mezzo corpino sulle tette* e pinza l’eccesso di stoffa con uno spillo…
(*terminologia tecnica)
Fosse così semplice!
..e invece funziona contro ogni previsione.
Come il calabrone.
Il mio abito a pieghe
Questa è la mia versione dell’abito: ho modificato, come vedete, la parte inferiore (non avevo abbastanza stoffa per una gonna a ruota ed allora ho preferito trasformare il progetto in una abito a pieghe). Lo indosso anche nella foto del profilo, qui.
Il nome I don’t like flowers ha una storia. Io LI AMO, i fiori, quando essi sono sobriamente ed ordinatamente piantati nella terra. Molto meno se disegnati sui vestiti. Cucendo al risparmio assoluto utilizzando solo gli scampoli, pescando nei cestoni non sempre si riesce ad ottenere esattamente quello che si stava cercando. Li dentro si trova un po’ di tutto, con una certa scarsità di colori sobri, di tinte unite… ed allora abbozzando ci si adatta un po’. (Ho fatto di peggio comunque, tra gli scampoli di Produzionimproprie per il sociale c’è addirittura un animalier e non ho paura di usarlo…)
Il vestito con le tazze da te è bellissimo, da ieri sera non penso ad altro che farlo! Però quanta stoffa serve? Almeno indicativamente….
Ciao Ilaria, io ho usato due scampoli di jersey. Direi almeno due metri e mezzo. Considera che per la gonna a ruota serve molta stoffa.
Grazie! Prima preparo il cartamodello e poi prendo bene le misure, anche io avevo pensato a circa 3 mt.
Poi ce lo mostri vero?
le stoffe a fiori, se in tessuto naturale (cotone o viscosa) diventano sobri in modo molto carino, se li tingi. Tingendo con un colore come grigio, o altro colore non vivace, ma non cosi scura da impedire di vederee i fiori, e la fantasia piu sgargiante (rosso, fucsia, blu, giallo, verde bandiera e bianco, diventa tutta una sfumatura di tinte da sogno riposante.
provalo
io uso dylon, non uso superiride – dylon non stinge, superiride stinge e come. Non ho mai provato coloreria. Ma i colori di dylon sono i piu belli, perche non banali e primarie.