Settembre è arrivato ma somiglia incredibilmente a Novembre. Nel nostro appartamento pieno di lucernari, dove fino ad una settimana fa il sole allo zenit sopra il tavolo della cucina appassiva l’insalata a vista d’occhio, oggi abbiamo le luci accese. La borsa della spiaggia, crema, occhialini e ciabatte, è lì appesa. La disferò dopo Natale.
Realizzo che il Nano non possiede un numero adeguato di pantaloni lunghi. Li compro, ma no, li faccio, dai ci penso. Ok li ordino.
Fosse per me questo momento non arriverebbe mai.
Che poi quando comincia la scuola mi prende la solita smania iper-organizzativa: faccio liste, mind mapping, compro un’agenda nuova, una penna (cancellabile, perché le idee come vengono, vanno) che costa un’occhio e riscrivo la mia esistenza almeno fino al prossimo maggio.
Ma intanto sto nel limbo. Ve l’ho già detto che pioveporcamiseria? Che poi tralaltro settembre arriva ogni anno e io ci rimango sempre di merda. A 40 anni dovrei cominciare a farmene una ragione. E invece non imparo un cazzo. Per esempio vi ricordate lo scorso anno (ovvio che non ve lo ricordate ma io ve lo linko qui) dovevo fare un post su un completino estivo e prima che riuscissi a pubblicarlo qui c’erano le foglie rosse e le castagne? Ve lo ripropongo adesso. Che mi sia di monito. Tanto voi magari vivete in qualche luogo meno alpino e avete avanti ancora un mese di estate, oppure ci mettete su un cappotto.
L’idea del completo è come sempre totalmente casuale e dipende dal fatto che ho trovato da GS due scampoli con la medesima struggente e nostalgica fantasia tipo pineta al tramonto: uno scampolo di jersey piuttosto pesante con la fantasia a tutta altezza e uno piccolino di lycra grigia con il motivo ripreso sul bordo. Con il primo ho confezionato la maxi gonna e con il secondo la maglietta.
La maxi gonna ha l’elastico in vita, un’unica cucitura sul dietro e lo spacco. La maglietta ha le maniche unite con il bordino al giro manica e lo scollo rifinito in un modo figherrimo.
Il cartamodello della maxi gonna
è di una semplicità imbarazzante:
- un unico rettangolo
- base: circonferenza fianchi più 2cm di margine
- altezza: lunghezza desiderata della gonna 3cm per l’orlo e 2,5cm per l’elastico
La confezione della maxi gonna
è pure peggio:
Prima di tutto rifinite con la tagliacuci tutto il perimetro.
Unite i margini sul dietro con una cucitura dritta dalla vita e fino all’altezza del ginocchio e fermate la cucitura con qualche punto indietro.
Variante: se avete come me una differenza importante tra la circonferenza dei fianchi e quella della vita, dato che questa gonna non ha le pinces, potete usare la cucitura dietro per fare una piccola ripresa così da sagomare la gonna in modo che l’elastico non sia troppo arricciato.
Aprite la cucitura e ribattete i margini aperti a circa 7 mm dalla cucitura (o a occhio). La stessa cucitura fissa i bordi dello spacco. In corrispondenza dell’apertura dello spacco meglio fare anche un piccola cucitura orizzontale di rinforzo.
Adesso viene il bello. Tagliate un pezzo di elastico lungo quanto la circonferenza del vostro punto vita. Unite le estremità sovrapposte con un po di avanti e indietro con lo zig zag. Dovrebbe venirvi esteticamente uno schifo ma è giusto così. Segnate con gli spilli i quattro punti cardinali. E’ facile lo piegate in due tenedo la cucitura ad un estremo e avete trovato il nord, segnatelo con uno spilli. Fate corrispondere la cucitura con lo spillo e trovate l’est e l’ovest. Fate lo spesso con il girovita della gonna.
Unite l’elastico al rovescio della gonna facendo combaciare i riferimenti e cucite tutto intorno con uno zig zag semplice o a tre punti tenendo ben teso l’elastico. A questo punto basta rivoltarlo verso l’interno e ribatterlo tutto intorno con l’ago doppio. Già che avete l’ago doppio montato fate pure anche l’orlo inferiore.
La maglietta
Dai, la maglietta non ve la spiego neppure, vi mostro giusto qualche foto e al limite vi potete guardare questo vecchio post. L’unica variante è il bordino dello scollo a barchetta che è un nastrino in doppio applicato sul rovescio e poi rivoltato sul davanti e fissato con l’ago gemello. Una sciccheria.
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