Nella ormai leggendaria borsa di scampoli dell’esperimento Produzionimproprie per il sociale c’era anche un tessuto strech leopardato sui toni del rosa (qui potete inorridire se volete) che ho voluto prendere in un impeto di follia e immane coraggio e che avrei anche potuto indossare, perché se produco qualcosa io lo indosso, per sfida, ad ogni costo, se solo tutte le forze dell’universo non mi avessero remato contro…
Ci volevo fare inizialmente il tutorial sul vestitino incrociato che poi ho ripreso in questo post ma i problemi si sono manifestati da subito.
Per prima cosa il leopardo , come sapete, utilizza il suo meraviglioso mantello per mimetizzarsi …
Vale a dire che nelle foto fatte col mio povero NOT-I-PHONE non si vede una sega e non è una buona cosa se uno vorrebbe mostrare come si fa.
Come se non bastasse la stoffa non si faceva proprio cucire, si rifiutava. Messe da parte le tecniche base (avendo rinunciato a quel punto a farne un tutorial) ho sfoderato tutto il mio armamentario tecnologico: ago da stretch, ago doppio, piedino e punto overlock da biancheria intima.. (tutte cose molto utili e interessanti che vi mostrerò mano mano, promesso) ma nulla, non cuciva: l’ago entrava e usciva dalla stoffa senza agganciare il filo inferiore, perfino il foro si richiudeva subito. Un buco nell’acqua…
Ormai all’ultima spiaggia ho provato col piedino tagliaecuci e con calma zen e una lentezza esasperante ho cucito quasi tutto. Sudando come un manovale sotto il sole ed utilizzando anche un linguaggio analogo… ho sbagliato ad unire la gonna col corpetto.
La pazienza non è fra le mie virtù (e neanche l’autocontrollo peraltro) e questa è la fine del tessuto maculato. Roarr.
Addio, io mi dico è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati.
Chiaramente i commenti sono aperti a tutti coloro che volessero condividere i propri flop, largamente intesi. Nessuno è perfetto. Soprattutto chi non sbaglia mai.
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