E’ cosa molto scontata e anche abbastanza fastidiosa, la convinzione da parte di una generazione (qualsiasi generazione) che quella successiva sia fatta di gente svogliata, senza valori ed ideali mentre invece noi…
Beh noi eravamo mediamente dei deficienti un po’ come questi qui e grossomodo come quelli prima. Ma da orgogliosa madre di Nano alla primaria (quella che noi chiamavamo elementari) ho notato una cosa.
Il mio strepitoso nonno materno, che aveva la licenza elementare, ma sapeva di storia dell’arte e avrebbe profondamente voluto imparare il tedesco, ha spinto mia madre e i suoi fratelli a studiare fino che hanno potuto. Mia madre, con il suo titolo professionale, ha preteso da noi sempre il massimo e senza tante celebrazioni perché era “giusto il nostro dovere”. Non che ce ne fosse bisogno, perchè io l’avevo capito da sola che lo studio era l’unica opportunità per non fare la commessa o la cameriera (e comunque la commessa e la cameriera l’ho fatta: ed ero negata).
Adesso vedo tutto questi genitori laureati che frignano perché i compiti dei loro figli sono troppi. “Due letture, poverino”. Due letture!?! Ma se tuo figlio ha difficoltà a fare due letture si vede che gliene servono tre! Ma di cosa avete paura, che diventino troppo intelligenti? Tranquilli che non c’è pericolo.
Ai tempi miei erano quelli ignoranti, per limite proprio o del contesto, che ci dicevano “più studi e più diventi deficiente”. Perché non conoscevano l’effetto deleterio che la cultura ha sulle convinzioni granitiche e sulle certezze infallibili. Vaglielo a spiegare.
Adesso la voglia è passata a tutti. Anche a quelli “studiati”.
Io ora mi ergo a vecchia rompicoglioni (sono bravissima a fare la vecchia rompicoglioni, dovreste vedermi) e dico a tutte le eventuali pulzelle in età universitaria che dedicano del tempo al mio ridicolo blog: stuuudia!!!! (da leggere con tono basso e leggermente cantilenante) e alle più numerose mamme e nonne: fateli studiare allo sfinimento sti debosciati di figli e nipoti che avete. Costringeteli con le cattive, ricattateli e corrompeteli, chiudeteli a chiave. Vale tutto. Perché è per loro unica chance di salvezza.
E non sto parlando di trovare un buon lavoro, che va benissimo anche se poi fanno la commessa e il magazziniere, se saranno contenti. Ma la posta in gioco qui è essere cittadini in senso pieno, avere gli strumenti per capire, in sostanza, essere liberi.
E comunque lo studio serve anche per cucire. Per fare la gonna a ruota serve la formula del perimetro del cerchio. Ve la ricordate tutte, la formula del perimetro del cerchio, voglio sperare.
A dire il vero lo avrei già fatto un post sulla gonna a ruota, un secolo fa. Ma sapete che le vecchie rompicoglioni ripetono sempre le stesse cose, e poi volevo farvi partecipi di alcune riflessioni maturate in seguito alla confezione di quella prima storica gonna a ruota, tagliata con perizia ma rifinita malamente (che peraltro metto ancora).
Il taglio della gonna a ruota (geometria di quinta)
Avrete, presumo, uno scampolo di stoffa di forma rettangolare. Per ricavarne un quadrato si fa come per costruire quel giochino con la carta che va tantissimo in classe del Nano che noi chiamavamo, condizionati dall’imperante educazione cattolica, Inferno e Paradiso. Cioè si piega il lato corto su quello lungo formando un triangolo rettangolo e si taglia via la striscia di stoffa che avanza.
Prima riflessione. Se avete uno scampolo più lungo che alto (es. 2 metri con una altezza di 150) vi rimarrà in mano una striscia orizzontale che, se si tratta di un tessuto in maglia, sarà elastica in orizzontale e quindi ci potrete ricavare il citurino. Al contrario vi troverete con una striscia elastica in verticale pressoché inutile allo scopo. In questo caso comperate in merceria un elastico alto e usatelo senza rivestirlo.
Ora che avete un quadrato piegatelo in 4 e facendo perno sul vertice riportate la lunghezza del lato del quadrato disegnando un arco usando il metro e il gesso come fossero un compasso.
Ora disegniamo la vita con lo stesso procedimento. Il raggio però lo dobbiamo calcolare partendo dalla circonferenza della vita. E come si calcola la circonferenza? Tutti in coro: circonferenza uguale 2 pigreco raggio. E quant’è il pigreco? Tutti insieme: 3,14. E due pigreco? 6,28. Bravissimi. Noi la circonferenza ce la siamo misurata prima davanti allo specchio col metro, quindi ci serve la formula inversa, e come si fa? Quello che di qua dall’uguale moltiplica, di la divide. Quindi? Raggio uguale circonferenza diviso 2 pigreco. Vale a dire circonferenza vita diviso 6,28. Facciamo 6. Quante ne ho perse per strada?
Voi che ce l’avete fatta disegnate e tagliate che poi vi spiego una cosa. I modelli di gonna a ruota che trovate in giro sono sostanzialmente di due tipi: con il buco largo quanto il punto vita, tagliata dietro e con la cerniera, oppure con il buco largo come i fianchi, stretta in vita dall’elastico. Io le ho provate entrambe e mi è sempre capitata una cosa: se taglio il buco largo quanto il punto vita poi riesco comunque ad infilarla senza doverla tagliare e mettere la zip. Non credendo a fattori soprannaturali immagino dipenda dal fatto che il buco è tutto in sbieco e che la stoffa ceda molto allargandosi. Il mio consiglio è di tenersi un po’ più “strette” se volete metterci la cerniera e provatela prima di prendere decisioni irrevocabili.
Il lato del quadrato iniziale, tolta la misura del raggio del “buco” della vita e il necessario per orlo e cucitura rappresenta la misura massima della gonna. La potete fare più corta ma non più lunga, perché dipende dall’altezza della stoffa e sapete che la stoffa per abbigliamento di solito è alta 140-150 cm. Potete creare una gonna più lunga utilizzando tessuto per arredamento che è generalmente prodotto in altezze maggiori, oppure raddoppiando la stoffa e creando separatamente due semicerchi da unire sui fianchi con una cucitura.
Con la striscia di tessuto avanzata si fa il cinturino. Se la stoffa è elastica si può tagliare in doppio, e qualche centimetro più stretto della circonferenza vita. Se la stoffa invece non è elastica dovete tagliarlo lungo come la circonferenza vita e metterci un elastico. Vedete voi.
Infine armatevi di santa pazienza e mettete in conto di cucire un orlo che sarà eterno. Sappiate però che sulle curve è sempre meglio fare un orlo semplice: magari rifinite con un overlock o con la tagliacuci e rivoltate il meno possibile. Meno stoffa includete nell’orlo e meno difetti pieghe, onde, grumi e schifezze varie vi ritroverete alla fine. E che il cucito pigro sia con voi.
Se la gonna a ruota fosse troppo ampia per voi (o se semplicemente non aveste abbastanza tessuto) potete cucire una gonna a mezza ruota o a un quarto di ruota. Trovate le formule per disegnarla in questo post:
La rifaccio anche solo per il comizio (sottoscrivo in pieno) di apertura… 😀
Mi è piaciuto mooolto l ‘articolo!! Brava
Il problema di queste gonne è che vengono troppo corte , manca la stoffa per farle lunghe. Bisogna studiare una giunta col tessuto
Complimenti davvero, sei bravissima e di una simpatia unica!!!
Essendo BELLA tonda a me le gonne a ruota stanno un pò da schifo, ma la farei solo per darti ragione su tutto!!!
Essendo BELLA tonda a me le gonne a ruota stanno un pò da schifo, ma la farei solo per darti ragione su tutto!!! brava
Apprezzo sempre il tuo animo guerrigliero. Hasta la victoria, qualsiasi cosa ormai possa significare.
Quanto alle gonne a ruota (o anche mezza), sentire un ettaro di stoffa che oscilla mollemente a ogni passo mi fa sentire una principessina ed è una sensazione che si può avere a buon mercato e senza compromessi, quindi non intendo rinunciarci. Per allungare un po’ queste gonne in caso di stoffa corta, a volte ne ho realizzata qualcuna con una baschina. A seconda di quanto voglio la gonna più lunga rispetto a quanto la pezza mi consentirebbe, taglio alta la baschina. Troppo alta non mi piace, ma fino a 10-15 cm veste bene qualsiasi taglia. Il vantaggio incluso nell’espediente è che sulla pancia e all’attaccatura dei fianchi la gonna veste bene aderente e poi si allarga con l’opulenza che ci piace tanto, ma senza arricciatura. In questo modo risultiamo tutte più magre e slanciate. Se, invece, la baschina fosse più alta, richiederebbe un fisico piuttosto asciutto perché visivamente tenderebbe a tagliare la figura, più che a slanciarla. Ma sono solo opinioni personali.
Un sorriso di buona giornata
Patrizia
Grazie infinite per questo commento ricco e istruttivo. Mi piace molto l’idea della baschina.
Cara Produzionimproprie, piena di entusiasmo mi sono messa all’opera per realizzare la mia prima gonna a ruota seguendo le tue indicazioni. Buco fatto, intorno fatto, (foto con faccia dentro al buco fatta), mi stavo apprestando a comporre la fascia in vita e mi sono accorta di non avere ben capito che cosa significhi “tagliare doppio”e “tagliare lungo”. L’ho riletto diverse volte e confesso che quella parte mi ha creato molte più difficoltà del pigreco! Ho una stoffa non elastica (di cotone che sembra una tovaglia). Cosa devo fare? Ohibo. Se la taglio dritta come la misura della vita, anche se poi metto l’elastico, la stoffa e’ rigida e non si allarga. Oppure la devo tagliare seguendo la sagoma tonda? Niente, sono sempre stata una schiava in geometria. Grazie per la pazienza, se vorrai spiegarmi! Ciao.
Ps ho molto gradito l’intro, perché ormai pare che non si possa più esprimere una opinione politica senza venire redarguita con un “non e’ questa la sede”… e invece tutto e’ politica (anche cucirsi le gonne a ruota!)
Ciao Eleonora, mandami le foto a info@produzionimproprie.com così vedo se riesco ad aiutarti.