e che -ovviamente- avete fatto male a chiedere a me, che ne so quanto voi.
Car* amic*,
questa non è un’esercitazione: è un takeover. Se fosse un’esercitazione, in qualche modo l’avreste saputo, no? Vi avrebbero avvisato.
Almeno una notifica da qualche app, non so.
Invece, è Marika che -mattacchiona!- mi ha dato voce.
Anche se un po’ sembra, visto quest’attacco di grande stile, non sono una vocina nella sua testa: mi chiamo Elena, cucio, sono su Instagram, sono un’amica impropria della nostra-sarta-impropria-preferita e una volta l’ho pure intervistata per un blog che ora non c’è più (rip, pikkolo angielo).
Ok, mi sa che c’avete capito ancora meno di prima…
Riavvolgo.
Ciao, mi chiamo Elena, ho 39 anni e, nella vita, faccio la bibliotecaria.
Tra i miei hobby ci sono correre, andare ai concerti e cucire.
Ho conosciuto Marika su Instagram diversi anni fa: con lei condivido un approccio molto pragmatico alla sartoria, la passione per Guccini e una certa visione del mondo on e off line.
Per spiegarmi meglio: io amo cucire ma lo faccio da autodidatta quasi totale (ho frequentato un paio di corsi di modellismo ma non ho una formazione professionale, anche se vorrei acquisirla). Mi piace disegnare i cartamodelli (soprattutto quelli complicati!), scegliere le stoffe, capire bene come assemblare il tutto in modo pulito… Ma sono anche molto pratica: vedo il cucito come la falegnameria, come il lavoro dello scarparo… poco fashion, tanta concretezza.
Ed eccoci ai giorni nostri.
Lo scorso 27 maggio si è sposato mio fratello. Ovviamente, manco a dirlo, non sono andata in negozio a comprarmi un vestito: me lo sono fabbricata. Però, nemmeno il mio compagno aveva qualcosa da indossare per l’occasione: quale stimolo migliore per cimentarsi con gli abiti eleganti maschili?
Marika -che sa quanto siano diversi dalla modadonna- mi ha chiesto di provare a parlarne. Ovviamente lo farò a modo mio: non avendo grandi nozioni tecniche da darvi, proverò a fornirvi qualche utile fonte di informazione-ispirazione.
In Italia, sui social, non si trova molta gente che cuce per gli uomini.
Sì, ok, ci sono le grandi sartorie napoletane, i camiciai milanesi, l’haute couture.
Mancano, però, dei riferimenti “amatoriali” (uso questo termine senza connotazioni negative, per significare “non professionali”).
Insomma: se i miei vestiti da donna hanno -sigh!- poco a che spartire con i Dior ricamati a mano che spesso avvolgono il corpo di Chiara Ferragni, parimenti guardare l’account social di Armani non vi aiuterà a capire come realizzare un completo maschile.
Dunque, via con i suggerimenti!
Ovviamente, dare un’occhiata ai cartamodelli già pronti, quando si vuole cominciare, è un’ottima idea.
Tra le cose da uomo che ho realizzato di più c’è la Negroni Shirt di Colette Patterns.
Ha delle spiegazioni molto chiare (soprattutto per chi deve imparare il celeberrimo Burrito Method per montare il back yoke) e sta bene a tutti!
Un altro capo super veloce, giusto per prendere confidenza con la materia, potrebbe essere un bomberino. Quello nella foto è di Studio Calicot ma, in italiano, ne trovate uno molto carino su La Mia Boutique.
Personalmente, per realizzare il completo elegante per il mio compagno, ho attinto da due fonti: la camicia è un modello slim fit con collo alla coreana di La Mia Boutique mentre giacca e pantaloni vengono da un bundle di Burda.
Avevo già cucito la giacca anche come regalo per mio fratello, proprio quello che si è sposato a maggio! 🙂
Per quanto riguarda la costruzione (l’assemblaggio del capo), seguire un po’ di videotutorial può esservi d’aiuto.
Se masticate un po’ di inglese, un utilissimo riferimento sono quelli del collettivo DopeMenSew : un gruppo di uomini skillatissimi che cuce cose bellissime. Capitanati da quel manzo -scusate il latinismo– di Norris Danta Ford , fanno un sacco di how to che potrebbero esservi utili per capire i concetti di vestibilità, le tecniche e farvi venire un po’ di idee.
Tra i miei instagrammer made in US preferiti c’è anche Peter Lappin, che cuce per uomo, donna e genderless ed è veramente un mago.
Sempre nell’ambito del genderless sewing ma utilissimo per le elevate tecniche di sartoria che mostra è, poi, l’account di Emilia Bergoglio che, dal Giappone, si batte proprio per il #DegenderFashion.
Anche se sono riferimenti fin troppo elevati, ci sono alcuni sarti italiani che, nei loro social, lasciano sbirciare il dietro le quinte della realizzazione dei vestiti.
Tra questi, annovererei i mitici Antonelli e Peluso, anche solo per rifarsi gli occhi con la maestria con cui marcano e tagliano le stoffe.
Termino questa LUUUUUUUUUUUUUNGA lista di consigli con qualche librino perché -eeheheh!- sono pur sempre un topo di biblioteca.
Vi suggerisco 3 manuali che, a mio parere, vi permettono di svoltare:
- “Manuale di sartoria artigianale : moda maschile : il capospalla su misura italiano” di Santo Zumbino è un compendio di TUTTO quello che dovete tenere in considerazione per cucire una giacca da uomo perfetta;
- “Vestire su misura : conformazione irregolare : la correzione dei difetti nella sartoria artigianale” di Santo Zumbino e Gabriella Moro mi è stato indispensabile per capire come bilanciare le modifiche sulle giacca per il mio compagno, che ha spalle strette e un po’ di pancina (NOTA DELL’AUTRICE: Matèo sei belliffffffimo!);
- “Progettare i cartamodelli : abiti maschili” di Teresa Gilewska fa parte di una serie edita da Il Castello che vi consiglio in toto. Questo serve per lanciarsi in modifiche e personalizzazioni dei vostri cartamodelli da uomo senza perderci il sonno.
Alla fine di tutto, il consiglio che mi viene dal qore è solo uno: provate, buttatevi, FATE. Cucire non dev’essere per forza un momento di zen e perfezione: può anche essere -e per me, molto spesso, lo è!- un momento di sperimentazione e rabbia catartica!
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ULTIMISSIMA NOTA, GIURO: Matèo, che è leggermente anziano e molto poco social, nelle foto ha il volto di William Joseph Blazkowicz, noto cacciatore di nazisti e protagonista della serie di videogames Wolfenstein.
Nelle foto ci sono anche io perchè 1) sono vanesia; 2) non sono ancora riuscita a fare foto ai vestiti che gli ho cucito che non siano quelle scattate il giorno del suddetto matrimonio!
A queto punto è un casino dire due cose intelligenti di ringraziamento a Elena per questo post favoloso, pieno di spunti che io per prima non conoscevo, segno di quanto ancora devo esplorare e studiare. Elena, lo avrete capito, è un concentrato impressionante di competenze, intelligenza, passioni che voi la dovreste conoscere meglio e quindi fatemi il piacere personale di andare a vedere CumuliOnLine, il suo nuovo blog (quello in cui, per vostra ulteriore fortuna io non ci sono). Dal canto mio posso dirvi che Elena è una delle poche (pochissime) voci del cucito italiano che seguo da quando ho smesso di incollare le fettucce degli asciugamani e ho intuito la possibilità di utilizzare un ago nonché la principale responsabile della passione del Nano per l’Ukulele (ve lo ha detto che canta pure?). Se questo post vi è piaciuto il merito è tutto di Elena, se invece non vi è piaciuto potete rivolgervi a me. Sew you soon.
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una ragazza che fa moda uomo da artigiana ora lavora a Venezia : Lara Perbellini. ma ha un difetto : è perfezionista.
Ragazze, avete aperto le porte giuste per entrare (naturalmente in punta di piedi) nel favoloso, quanto oscuro, mondo degli outfit maschili.
Adesso continuerò il mio viaggio attraversando tutti i link che generosamente avete messo a disposizione
Grazieeeeee ❤️