Sono piuttosto in imbarazzo nel pubblicare questo post di abiti e cartamodelli proprio in questi giorni. Stare qua a togliere le ragnatele dal blog nella circostanza che tutte sapete, senza aver peraltro niente di originale da dire se non che è finita un’epoca e che il mondo che c’è adesso assomiglia sempre meno a quello in cui sono cresciuta, è decisamente ridicolo e io lo so.
Anche quello che sto per fare cioè mettere un cappello di attualità, femminismo della domenica e banalità varie su un post di cartamodelli gratis è piuttosto disdicevole e di questo mi scuso, ma nonostante il senso del ridicolo vado avanti perchè sommessamente, in questo spazio che è mio, volevo fare una riflessione.
Io, da ragazza della sinistra sinistra: magliette del Che, Kefiah, Il Manifesto e corre corre corre la Locomotiva; ho sempre avuto un interesse, un Guilty Pleasure per la Monarchia Inglese (sarà che mi piacevano le Barbie… erano comunque gli anni ‘80!). Ma negli anni la figura della Regina per me è diventata qualcosa di diverso: una icona, un riferimento, una donna (e il punto è proprio questo) che ha attraversato la storia da Churchill al Covid rimanendo estremamente coerente al suo ruolo, ai suoi valori senza mai sembrare vecchia e sorpassata.
A me ricordava un’altra anziana signora che vestiva in colori pastello e, sorridente, ha attraversato quasi un secolo di guerre, crisi, figli e nipoti non all’altezza, senza scomporsi quasi mai e che, come la sua quasi coetanea, ci doveva seppellire tutti ma invece, ad un certo punto, deve aver cambiato idea.
Ci sono donne che da dentro un modo e una cultura tradizionale e maschilista hanno saputo interpretare il proprio ruolo senza sottomissione e io sono dovuta arrivare a questa età per capirlo.
L’ho detta malissimo ma c’è la Soncini che invece l’ha spiegata magistralmente
Mica era facile, ma era fondamentale, perché il modello femminile che fa come le pare ma senza rinunciare ai colori pastello, il modello che pare uscito da quei poster di Che Guevara sull’essere duri senza perdere la tenerezza, il modello che nasconde il femminismo sotto sette strati di femminilità, quel modello lì – rarissimo allora e ora – è quello che ha più impatto sulle donne più bisognose d’emanciparsi: a influenzare le già militanti siam buone tutte.
Guia Soncini – 8 settembre 2022 – Linkiesta
Io resto nel mio e per celebrare queste donne grandiose, che una alla volta ci devono lasciare, vi propongo tre abiti ispirati alla moda degli anni ‘50, quando queste signore erano ragazze o giovani madri. Sono modelli semplici e intramontabili, fate come volete, ma color pastello è meglio.
Lo Skater Dress di The Little Studio
Partiamo da questo bellissimo cartamodello, messo a disposizione gratuitamente da questa blogger che è esattamente la versione più classica dello Skater Dress, quella che tutti hanno in mente e che dovrebbero farsi almeno una volta. Il corpino è aderente, senza maniche e lo scollo rotondo, la gonna è a ruota.
Scaricate questo cartamodello in ogni caso perché è una base perfetta anche per altre creazioni e personalizzazioni.
Maisel Dress – il più elegante degli abiti
Questo secondo cartamodello gratuito richiama un’altra donna notevole: il personaggio di una riuscitissima serie che potete vedere su Prime. Si tratta di una donna ebrea della middle class che esce dal ruolo borghese per inseguire la sua vocazione di stand up comedian. Una serie cult che dovete guardare per forza, per le battute fulminanti e per gli outfit favolosi.
Da Bernette l’abito più formale
E per ultimo il modello più adatto al vestitino bon ton che avevo in mente, con il corpino con il taglio a principessa del corpino e la gonna con la piega a cannone in centro ha una resa nettamente decisamente più formale.
Ok, io mio sono resa abbastanza ridicola. Leggete l’articolo della Soncini e poi scrivetemi cosa ne pensate.
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