Nonostante quanto sostiene la mia prima (ed al momento unica) commentatrice acida, io non sono una sartina. Intanto perché qualsiasi diminutivo non mi si addice per questioni di fatto e comunque mi fa incazzare. E poi perché non sono sarta, non faccio la sarta, non ho studiato da sarta. Io cucio e basta. Sarebbe come chiamare cuoca (o cuochina, se non vi tira un mestolo nelle gengive) una che talvolta fa la carbonara. In realtà la commentatrice acida voleva offendermi in altro modo, dicendo che sono ridicola come commentatrice politica, ma sapendo di vivere in netta minoranza e avendoci fatto abbastanza il callo, questa qualifica la trovo molto meno fastidiosa.
Però di solito cucio. Perlopiù per me. Perlopiù male. Perlopiù alla svelta. Ci sono delle tecniche anche piuttosto complesse che ho oramai ho imparato (come le tasche a filetto, o la cucitura ribattuta) ma che uso solo se ho tempo e voglia e cazzi di farlo. Perché la perfezione non è una mia priorità, perché una cucitura storta non ha mai ucciso nessuno. Ma soprattutto perché non sono sarta (e tantomeno una sartina).
Pertanto ci tengo a manifestarvi che un orlo su di un pantalone in jeans andrebbe fatto come si deve: cercando innanzitutto un filo adeguato (se voi trovate in merceria il filo da jeans nella medesima nuance di quello usato in fabbrica, che non sia il solito arancione della Cucirini, me lo dite, che vi mando i miei), poi rifacendo l’orlo conservando le proporzioni. Dopodichè bisogna spaccare almeno 3 aghi per gamba in corrispondenza della cucitura interna alta come il cordolo del marciapiede e dura come un sasso. Se ce la si fa infine bisogna stirarlo e martellarlo e ristirarlo e prenderlo a sassate ed alla fine, esauste, implorarlo di appiattirsi, sbiadire e diventare simile all’orlo originale. Oppure ve lo tenete così: scuro, allegro e cicciotto, orgogliosamente cucito con il filo normale oppure immotivatamente arancione, ben sapendo che si vedrà lontano un kilometro che l’avete fatto voi.
Io ho il piano C. Non l’ho inventato io ma è un tutorial che gira su internet. L’ho provato perché mi sembrava sufficientemente sgrauso ma tutto sommato efficace. E’ conosciuto sotto il nome di orlo originale jeans ma sarebbe meglio chiamarlo l’orlo impostore.
Orlo originale jeans – Tutorial improprio
La prima cosa, quando si deve accorciare un paio di pantaloni, tocca provarseli ed implorare qualcuno, possibilmente dotato di pollice opponibile, di prenderti la misura: già questa operazione non è sempre scontata. Quando avete ottenuto l’ importante risultato di avere la linea corrispondente alla nuova lunghezza che dovrebbe avere il jeans segnatene un’altra più in alto di una misura uguale al doppio dell’altezza dell’orlo e segnatevela con uno spillo su entrambe le gambe.
Rivoltate la gamba del jeans verso l’alto e fate corrispondere il bordo alla linea che avere segnato prima. Tutta la parte di jeans che vedete al rovescio nella foto, va letteralmente tagliata via. Tutto il complicato procedimento di spostamento della linea serve per tenere conto della lunghezza dell’orlo originale che invece dovete mantenere. Datemi fiducia e provate.
La confezione dell’orlo originale Jeans..
..necessita di due accessori per la macchina da cucire che dovreste avere. Il piedino per cerniere, che generalmente trovate tra quelli inclusi e la soletta per jeans, sulla quale ho già scritto un post dove trovate anche dove comprarla.
Ora dovete fare, sue entrambe le gambe del jeans, una cucitura che blocchi l’eccesso di stoffa. Questa cucitura va fatta più vicino possibile all’orlo (e per questo vi serve il piedino da cerniere).
Quando arrivate in corrispondenza delle cuciture della gamba, specie quella interna che è straribattuta, grossissima e durissima, dopo aver sproloquiato adeguatamente ricordatevi di estrarre dal vano portaoggetti della macchina da cucire il misterioso oggetto di cui sopra e di servirvene come vi ho spiegato in questo post.
Ora, che il più è fatto, arriva la parte migliore: rovesciate verso l’interno dei pantaloni la stoffa cucita e dategli una vigorosa stirata con il ferro rovente e tantisssssimo vapore. Devono stare a posto.
Prima di compiere azioni irreparabili vi consiglio di provarli per verificare di vere accorciato della giusta lunghezza. Se tutto va bene, a mano o con la taglia e cuci, come ho fatto io, tagliate via a meno di un centimetro dalla cucitura, l’eccedenza di stoffa e poi rifinite con uno zig zag (se avete tagliato a mano, con la taglia e cuci ovviamente non serve).
Il risultato finale è un orlo posticcio assolutamente mimetizzato sul davanti, visto che la cucitura si confonde con l’ombra data dal bordo dell’orlo, ma assolutamente inguardabile sul rovescio, dove peraltro nessuno guarda.
Questa tecnica si può usare solo sui jeans con la gamba dritta, specie se dovete togliere molta lunghezza, perché le circonferenze della gamba nei due punti non combacerebbero. D’altronde se portate i jeans skinny e sono troppo lunghi ci potete sempre fare il risvoltino. In quel caso smettete istantaneamente di leggere questo blog , defollowatemi da tutto e dimenticatemi, così come se aveste per caso votato Lega alle provinciali del Trentino (o anche alle politiche Nazionali, che non mi formalizzo, io).
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Allora mi sembra giusto commentare questa volta. Leggo sempre molto volentieri i tuoi post e ho capito immediatamente il tuo approccio al cucito. Ti seguo volentieri….io sono alle primissime armi e ti apprezzo molto.
Continua così
Roberta
Grazie davvero.
Mi sei di molta ispirazione, anch’io cucio per me e limitrofi e come commentatrice politica mi trovi sulla stessa linea, ma soprattutto adoro i tuoi riferimenti musicali e il manifesto del cucito rivoluzionario ?
Se una sente il bisogno di romperti le scatole ha davvero tempo da perdere
Continua a scrivere e a cucire, ciao
Lia
Anch’io ti seguo proprio perché non sono sarta, ma cucio per me è la mia famiglia. I tuoi consigli a me sono utili e mi hanno illuminato più di qualche volta. Seguendo te e’ come se avessi chiesto un aiuto da un amica: Sai ho questo problema…..perché non provi a fare così? …. Poi se ti può consolare io ho imparato che molte persone hanno purtroppo una vita triste e invece di fare un esame di coscienza, scaricano la loro insofferenza a destra e a manca. Perdonala perché non sa apprezzare chi è diverso dalla massa e originale come te?. Tu sei speciale. L’invidia cara mia è uno dei sette peccati capitali. Con affetto.
D’accordissimo con Roberta Lia e Katia. Io cucio da una vita senza avere mai “studiato” la materia e inventandomi le soluzioni quando serviva. Per fortuna ci sono persone come te che condividono le esperienze. Per quanto riguarda i commenti politici mi trovi in sintonia con te. e se a qualcuno non va bene il problema è suo, non tuo. Il web è grande, vada altrove. Continua così che va bene!
A me quello che scrivi sul cucito piace da morire perché è un po’ come se vedessi me allo specchio. Sono una a cui piace fare tante cose ma lavorando a tempo pieno deve per forza di cose darsi delle priorità perché altrimenti ci vorrebbe una giornata a 48 ore (e mi sa che non mi basterebbe). Ecco che allora decido quali occorre fare benissimo, quali bene e quali in modalità minimo sforzo massima resa, consapevole che dedicandogli il giusto tempo sarebbe venuto benissimo ma non avrebbe mai visto la luce perché il giusto tempo non ce l’ho ? Anche io, quando riesco a trovare il tempo per cucire, cucio per me (anzi, soprattutto per le mie figlie) quindi se uno sbieco lo metto in modo porco ortodosso ma il risultato va bene amen. Di certo se lo facessi per lavoro non lo farei così ma, appunto, non lo faccio per lavoro ma per hobby.
Hai reso esattamente quello che intendevo quando dici che il giusto tempo non c’è.
Ciao, proprio ieri ho fatto un orlo così come hai spiegato tu. Sai che mi piace leggerti perché l ironia non è una dote comune, soprattutto in questi ambiti pseudo-creativi. Tutte artiste e maestre, poca modestia e poca voglia di condividere. Poi se parliamo di politica, di questi tempi, mi viene il vomito…. Io aspetto sempre il libro che prima o poi dovrai scrivere e lo comprerei moooolto volentieri! Alla prossima, siamo con te!
Anch’io non posso certo definirmi una sarta e anch’io faccio l’orlo ai jeans come hai descritto. Funziona benissimo! Quando scriverò sull’argomento ti citerò sicuramente.
Onorata
Mi piace e apprezzo il tuo blog, anche io cucio da tantisssssssimi anni e da autodidatta (più o meno). Riguardo alla precisione mi dico spesso che il meglio è nemico del bene, quindi chissenefrega dei commenti acidi sulla precisione delle rifiniture :D, mica siamo sarte per lavoro.
Della serie ‘se volevo far la sarta, facevo la sarta’ ? brava! Sono incappata per caso nel tuo blog. Sono alle primissime armi con la macchina da cucire, la scoperta di mettere il filo anche sotto mi ha lasciata di stucco. Grazie a te mi si e aperto un mondo! Ho progetti sartoriali molto audaci, ti mostrerò le foto…. Se mi viene qualcosa. Casomai va tutto alla caritas ?
Brava Marianna!! È lo spirito giusto!!
Bellissimo leggervi tutte. Progetti audaci Marianna? Ti faccio compagnia allora. Da poco ho riconquistato peso e forma che mi permettono di ritornare a vestirmi e non solo coprirmi. E dopo vari giri perlopiù vuoto alla ricerca di qualcosa in cui oltre ad entrarci mi piacesse anche, ho deciso di tornare alla mia vecchia passione, gli abiti su misura, facendomene confezionare alcuni e riprendendo le poche cose imparate ad un corso di cucito di anni e anni fa, ma una volta imparata l’arte non la si dimentica mai del tutto, anche se non esercitata per molto tempo o solo saltuariamente, come è successo a me appunto con il cucito. Bene, ritirato fuori la mia vecchia Singer, regalo di mia madre acquistata da una delle prime televendite, ma in grado di competere con tante altre venute dopo, ho un bel elenco di progetti paralleli a quelli della mia sarta che ho scoperto essere ancora all’antica in quanto ignora l’esistenza di certi ferri del mestiere che stanno spopolando sui social e che almeno a noi non del mestiere fanno sognare imprese audaci. Io intanto sono ferma ad una blusa, ma prima dell’autunno un abito semplice semplice, impropriamente semplice, voglio farlo. Almeno queste sono le belle intenzioni.