Mi dovete scusare se ho lasciato passare così tanto tempo dal mio ultimo post ma sono stata in altre faccende affaccendata.
Voi con ogni probabilità non vi eravate neppure accorte e questo è un fatto che mi rassicura e mi regala il conforto dell’oblio. La mia socialità già non partiva bene e non fa che peggiorare.
Ma veniamo a noi. Questi raggi di sole, accompagnati da folate di vento gelido che caratterizzano questo nordico inizio di primavera mi hanno fatto venire voglia di gonne svolazzanti e di calze spesse perché ancora non è tempo di fare l’eroe (e la ceretta).
La gonna asimmetrica a portafoglio quest’anno si vede un po’ dappertutto. Io di solito non seguo le mode, ma quando una cosa che mi piace me la trovo in 10 pubblicità al giorno, nella vetrina del negozio di fronte all’ufficio e addosso ad un paio di clienti alla settimana poi mi viene voglia di farmela anche io. E quindi per prima cosa effettuo una scientifica ricerca su Pinterest, che è un social asociale (non ti contatta né ti commenta nessuno) e pertanto è il mio preferito.
Ho trovato esempi a bizzeffe ma tutorial pochi. Il migliore è questo sito spagnolo, che a sua volta cita un tutorial russo. La globalizzazione passa anche per una gonna a portafoglio.
Anche se con un minimo di conoscenza delle basi di modellistica della gonna ci si poteva anche arrivare la mia pigrizia ha prevalso e appena ho realizzato che sul solito Lekala.co c’era il cartamodello che cercavo l’ho scaricato senza pensarci un’attimo.
In realtà avevo trovato un modello che mi piaceva anche di più, ma il sito non era scritto in caratteri latini e vada per i tutorial in spagnolo e le istruzioni in inglese, ma sul cirillico ho ancora qualche difficoltà.
Le istruzioni dei cartamodelli Lekala, per quanto in inglese, sono a prova di primate e rendono fattibile qualsiasi impresa sartoriale e peraltro la gonna di per se era semplicissima. L’unico scoglio è stato, come ovvio, la bastardissima cerniera invisibile che ho cucito e scucito n volte fino a rassegnarmi a d andare a prendere un manuale di confezione e rileggermi pazientemente le istruzioni.
Ecco il risultato finale. Notate il dettaglio della fibbia, l’assoluta mancanza di accordo delle righe, i piedi nudi, la carnagione cadaverica, i capelli da pazza. Mi devo proprio comprare un manichino.
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Mi sei mancata… da quando si fanno combaciare le righe? Non abbiamo mica manie ossessivo compulsive.
Brusca divertente brava e intelligente. Che fortuna averti scovata
La descrizione più bella che mi abbiano mai fatto.
Io sono un po’ maniacale nel verificare che quadretti o righe combacino perfettamente, non in miei lavori perché ciò richiede competenze che ancora non ho nel saper sfruttare al meglio la quantità di tessuto che si ha a disposizione. Ricordo che mia nonna era una Maestra in quest’arte, maturata e consolidata per necessità . Da sempre ha dovuto arrangiarsi con poco, ma quel poco nelle sue mani diventava il giusto. A me capita tante volte di non acquistare un capo proprio perché i disegni e il loro verso soprattutto non sono stati combinati bene. E non parlo solo di capi low cost dove davvero la confezione è meno di scarsa. Se poi penso a tutto quello che c’è dietro…
Ps. Mi sto facendo il pieno dei tuoi tutorial e guide. Bravissima. Mi piace l’approccio che hai.
Io sono un po’ maniacale nel verificare che quadretti o righe combacino perfettamente, non in miei lavori perché ciò richiede competenze che ancora non ho nel saper sfruttare al meglio la quantità di tessuto che si ha a disposizione. Ricordo che mia nonna era una Maestra in quest’arte, maturata e consolidata per necessità . Da sempre ha dovuto arrangiarsi con poco, ma quel poco nelle sue mani diventava il giusto. A me capita tante volte di non acquistare un capo proprio perché i disegni e il loro verso soprattutto non sono stati combinati bene. E non parlo solo di capi low cost dove davvero la confezione è meno di scarsa. Se poi penso a tutto quello che c’è dietro…
Ps. Mi sto facendo il pieno dei tuoi tutorial e guide. Bravissima. Mi piace l’approccio che hai.