Quanta stoffa serve per il mio progetto di cucito?

Se anche tu, cucitrice principiante, dopo aver scelto modello e cartamodello ti trovi nella spinosa condizione di chiederti: ma quanta stoffa serve per il mio progetto di cucito, sappi che una risposta dirimente a questa domanda non esiste, perché secondo me la domanda è mal posta, però posso darti alcune utili indicazioni per tentare un’approssimazione soddisfacente. 

quanta stoffa ti serve

Preambolo all’Aranzulla per introduree una risposta articolata alla domanda che spesso mi viene posta in merito ai tutorial impropri ed ai progetti dei workshop. Io effettivamente non indico mai la quantità di stoffa necessaria (come non fanno anche Lekala.co e altri designer) e il motivo è molto semplice: non ne ho la più pallida idea. Io infatti non compro quasi mai la stoffa al metro ed uso quasi esclusivamente gli scampoli, che sono della misura che sono e che non mi metto certo a misurare né in negozio, né tantomeno a casa.

piazzamento con gatto
Piazzamento con gatto

Il mio processo creativo infatti procede in direzione inversa (o anche ostinata e contraria): prima vedo la stoffa e me ne innamoro così senza un perché, un po’ come nella vita; poi penso a cosa farne (proprio come nella vita). A questo punto prende il via la parte più tecnica della progettazione: quando ho in mente grossomodo il modello (traendo ispirazione da Pinterest o dalle vetrine dei negozi) decido se utilizzare o meno un cartamodello (ebbene sì, non sempre serve un cartamodello). Nel secondo caso acquisto il cartamodello che ho scelto, lo scarico, assemblo i pezzi, lo piazzo e scopro che non ci sta.

Ma, quantoèveroiddio giuro che ce lo faccio stare! Io posso passare tempi infiniti a giocare a Tetris con i cartamodelli, a piazzare e spostare i pezzi di cartamodello sulla stoffa studiando combinazioni millimetriche con i gatti che ci si sdraiano sopra ma alla fine io e la mia tigna vinciamo sempre. A volte mi capita che lo scarto tra un pezzo e l’altro sia talmente piccolo da poterci giusto fare un paio di prove del punto o della temperatura del ferro da stiro. Un zerowaste non intenzionale, praticamente. Potrei scrivere questa skill sul curriculum se avesse senso nel mondo reale.

Ma siccome il mondo è fatto anche di persone ordinate e sistematiche proverò a darvi comunque alcune informazioni utili a stimare il metraggio, ovvero la quantità di stoffa necessaria al vostro progetto (perché comunque di stima si tratta sempre). 

Infatti, il problema principale che sottende la questione è che il cucito non è una scienza esatta. I pezzi del cartamodello hanno forme irregolari e viene difficile usare le nostre pur solide competenze di geometria piana delle medie per calcolare  l’esatto ingombro. Anche se, come vedrete dopo, si può comunque tentare una stima. Le case di produzione di moda utilizzano dei software potenti per studiare il piazzamento che ottimizzi l’utilizzo del tessuto. 

In secondo luogo le stoffe non hanno tutte la stessa altezza. Introduco una precisazione per neofiti assoluti. Il tessuto è prodotto in rotoli (remember rivoluzione industriale alla voce telaio a vapore) la misura del rotolo si dice altezza. Voi potete srotolare il rotolo ed acquistare un metro, due metri, quello che volete. Mentre l’altezza della stoffa rimane fissa. Questi adorabili imprenditori del tessile però fanno i rotoli di altezza diverse: 90cm o “una altezza”, 110cm, 150cm o “doppia altezza” oppure di più (per le stoffe da arredamento per esempio). Ne consegue che il calcolo del metraggio debba tenere conto di questo imprescindibile fatto.

Terzo elemento, il più stronzo di tutti, l’eventuale fantasia della stoffa. Mi spiego meglio: se dovete fare combaciare le righe e quindi posizionarvi in verticale (si direbbe in drittofilo, per i puristi) in un certo punto, per far combaciare le righe ad esempio sul fianco, dovete tenere in conto che vi servirà più stoffa; per i quadri, ove il problema si pone anche in orizzontale, anche di più. Più la fantasia è ampia (tartan grandi, righe che alternano colori e altezze diverse) più stoffa serve. Quanta? Checazzonesò. 

Pertanto vi prego di annotare che la quantità esatta di stoffa necessaria la potete scoprire solo una volta piazzato il cartamodello, tuttavia potete approssimare magari tenendovi un pochino larghe (e prevedendo dei bei lavoretti di riciclo creativo con i ritagli più grandi).

Metodi per calcolare quanta stoffa serve

Metodo pigro

Il modo migliore per determinare quanta stoffa serve per confezionare il vostro abito selfmade senza assumersene la responsabilità è farselo dire da qualcun altro. I commessi dei negozi di tessuti hanno di solito un occhio straordinario. Portatevi il disegno del modello e fatevi aiutare. Oppure, se utilizzate i cartamodelli di Burda, la quantità di stoffa è sempre indicata in modo molto preciso, potete fidarvi ad occhi chiusi a patto di utilizzare la stoffa che suggeriscono loro. Se volete fare a modo vostro tenete conto delle indicazioni di cui sopra: la tinta unita richiede meno stoffa delle fantasie. Cercate di regolarvi.

Metodo precisetti

Tratto dal libro della Gilewska, Progettare i cartamodelli – Confezionare e rifinire (ma ci si poteva comunque arrivare di buonsenso) consiste nel trattare i pezzi del cartamodello come dei rettangoli stabilendo altezza e larghezza massime, per esempio in un una gonna utilizzate la circonferenza dei fianchi e la lunghezza per capire se “ci state” nell’altezza e potete tagliare per esempio il davanti e il dietro di fianco oppure un linea. A questo punto calcolare il metraggio di stoffa necessaria non è impossibile. Per esempio circonferenza fianchi 100 cm lunghezza gonna 80 cm: con un tessuto da 150 vi serve circa un metro con un tessuto da 90 vi servono almeno 180 cm. Tenete conto di cinturino, eventuali tasche e orpelli vari. Il metodo funziona uguale per una maglia funziona ma fate attenzione a calcolare lo spazio per le maniche. Sembrano una cosa sottile ma in realtà occupano un sacco di spazio. Non fatevi fregare.

Metodo scrauso

Infine sputtaniamo tutto sto sfoggio di sapere sartoriale con il sistema peggiore che possiate immaginare ma che il migliore di tutti se applicato agli scampoli pescati dal cestone. Il metodo della tovaglia.

Vado ad esporre.

Si prende i tessuto e lo si tira su come per metterlo sullo stendino e si utilizza lo strumento proverbiale che chiunque possiede o può allenare: un po’ di occhio, perdiamine! (vorrei fare osservare che non ho scritto cazzo, ops). 

A voi i riferimenti:

  • Grande come un lenzuolo singolo: abito lungo, cappottino sfoderato;
  • Grande come una tovaglia: abito corto, gonna, pantaloni, giacchetta;
  • Grande come un asciugamano da bagno: maglia, maglietta (con scarto), indumenti per bambini;
  • Grande come un asciugamano da viso: mettetelo giù che non ve ne fate niente. Oppure, se proprio è imperdibile, dettagli e inserti o qualcosa per un bambino molto piccolo.
scampoli

E voi come vi regolate per calcolare la stoffa necessaria ai vostri progetti di cucito? Pigre, precisetti o sgrause? Dichiaratevi nei commenti!

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14 commenti

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  1. Io purtroppo sono di quelle che chiede alla commessa, perché se facessi da sola ne comprerei una quantità esagerata.

  2. Io per ora ho usato solo il metodo sopracciglio alzato di fronte ai molteplici avanzi di stoffa che mia mamma ha da una vita nell’armadio…li guardo e mi sforzo di capire che cosa mi ci può uscire! Grazie Marika, mi hai fatto ridacchiare leggendo cose interessanti, non è cosa da poco!

  3. Quando vedo una stoffa che mi piace fingo di applicare le poche tecniche sartoriali che conosco è alla fine……. Infiniti tentativi!!! Credo che la tua tecnica della tovaglia diventerà fondamentale nei miei acquisti !!!😊 Grazie 👋👋

  4. Io adoro i cestoni dove pescare gli scampoli dato che raramente parto con un’idea precisa…. prendo sempre quelli grandi come un asciugamano, poi divento matta a trovare altre stoffe da mettere insieme perchè non ne ho mai abbastanza! 🙂
    grazie per l’articolo, utile, pratico e divertente.

    • Superdivertente! Io faccio come te, compro una stoffa che mi piace, poi ci fantastico, decido cosa farci…poi mi accorgo che non basta…..ma poi gira e rigira ci faccio quelli che avevo ideato ( magari con variante).

  5. Sei un genio assoluto. Grazie. Io sempre a occhio e prendo solo scampoli da 3/5 euro al mercato, per principio. Il metodo precisetti potrebbe fornirmi un upgrade del mio andare a occhio. Che poi se una stoffa mi piace piuttosto ci fodero una giacchetta ma non la lascio lì anche se è poca!
    Ciao

  6. Anni fa ho fatto un corso di taglio e cucito e l’insegnante ci aveva insegnato una specie di formula per calcolare la stoffa necessaria per un vestito. In realtà è una cosa che ho usato solo una volta o due. Ora trovo più facile appoggiare i pezzi di cartamodello sul letto e vedere quanto spazio occupano, mi sembra molto più efficace! Ed è più o meno il sistema che usi tu con la tovaglia! 😀

  7. Io sono La Ricicloroba. Mi spiego: un maglione diventa una giacca, un vestito si trasforma in un pantalone, una maglia in una borsa… Le rarissime volte che ho avuto degli scampoli ho usato il tuo metodo che adatta il progetto al materiale e non viceversa. Il che mi pare scontato, ma forse non lo è (?). Minimo sforzo massima resa is the way. È sempre un fottuto piacere leggerti. Buona vita

  8. Troppo forti, spero mi torni la voglia di cucire. Ho una scorta di stoffe varie….
    ma voglia zero.
    Grazie per esserci

  9. Troppo forti, spero mi torni la voglia di cucire. Ho una grande scorta di stoffe varie….
    ma voglia zero. Periodaccio….
    Grazie per esserci